Revenge shopping, cosa è cambiato

3 Giugno 2021 | Commercio, Consumatori, Economia e Fisco, Mondo digitale, Mondo digitale, News Slider

Sono stati 5.000 i consumatori interpellati tra Francia, Germania, Italia e Regno Unito, per uno studio che ha rilevato come il 52,4% degli uomini e il 44,3% delle donne non sembra aver subito un “effetto Covid” per ciò che riguarda una previsione di spesa per il settore moda. Al contrario un 13,7% di acquirenti donne e un 17,1% di clienti uomini pensando di aumentare queste spese. In queste percentuali si trova l’88,9% che sceglie di soddisfare il “revenge shopping” dopo il frustrante periodo dovuto al Covid.

L’indagine continua sottolineando come l’83,7% degli utenti ha espresso la volontà di acquistare capi intramontabili mentre un 47,3% che desidera prodotti extralusso. Ciò che colpisce è come questi due desideri facciano riferimento alle strategie commerciali che hanno messo in campo i brand di moda dal 2008 ad oggi.

Il 64,1% tiene conto del materiale con il quale è stato prodotto un capo, dimostrandosi eco-responsabili. Addirittura il 30,1% sarebbe disposto anche pagare più soldi per esserne sicuro.

Il 66,6% dei consumatori europei fa caso all’etichetta originale dei prodotti, sostenendo soprattutto quelli nati tra le mura di casa, senza dare spazio a produzioni straniere. È l’Italia a guidare questa speciale classifica legata alla preferenza di un prodotto nostrano, seguono i francesi e molto staccati sono i tedeschi e gli inglesi.

Anche i giovani sembrano essere molto legati ad una produzione eco-sostenibile, anche se in questo caso l’ostacolo del prezzo porta spesso a virare su altre scelte. Cresce ancora la moda vintage che negli ultimi anni ha già visto una crescita esponenziale di vendite e nuovi negozi di prossimità. Questo sta portando ad una rivoluzione nel mercato della moda che interessa anche i marchi più costosi.