Perché è importante mettere un tetto al prezzo del Gas

28 Giugno 2022 | Bollette Luce,Gas,Acqua e molto altro, Consumatori, Utenze

Se l’Italia è il paese più esposto in Ue all’instabilità delle quotazioni del gas è giusto e opportuno chiedere un limite al prezzo. Perché è quello che ne usa di più nella produzione elettrica. Vale tentarsela e considerare l’ipotesi del price cap come realizzabile e fattibile, per una serie di motivazioni. È un test sulla credibilità dell’Europa, ora che la questione è all’ordine del giorno e riguarda tutti i membri europei.

Va fatto perché il valore del gas, oggi, è superiore di 5 volte rispetto alla media storica e 10 volte rispetto ai costi di produzione, così come spiegato dall’analista Tabarelli (Sole24Ore, 31 maggio). Un atto dovuto di fronte alle bollette delle famiglie italiane ed europee.

I prezzi delle materie prime sono sempre la sommatoria di diversi costi e i mercati devono tenerne conto.

Oggi i prezzi del gas schizzano verso l’alto, come nel caso dei futures del TTF*, passati da valori medi negli ultimi anni di 15€ per megawattora a 182€ a dicembre 2022, fino ad arrivare a 200 subito dopo l’inizio della guerra e a 85 negli ultimi giorni. Tutti vorrebbero che il mercato restasse libero, ma ciò accade quando le condizioni sono normali. Quando arriva la guerra le cose possono cambiare repentinamente. Come in questo caso.

Il tetto al prezzo del gas va fatto per diverse ragioni perché i prezzi sono troppo alti anche rispetto ai costi di produzione e di trasporto della materia in Europa. Oggi i costi di produzione in Europa e in Italia si aggirano intorno ai 5€ per megawattora che, sommato ai costi di trasporto, può raggiungere i 10€.

L’Olanda si è già detta contraria perché il TTF lo ha inventato e in questi ultimi mesi sta vendendo moltissimo gas proveniente dal giacimento olandese di Groninga. Il TTF, tuttavia, è troppo poco duttile per reggere la responsabilità dell’intera struttura dei prezzi dell’energia, gas ed elettricità in Ue.

La Germania si è detta contraria all’ipotesi price-cap perché ha parecchi interessi al nord, in particolare con la Norvegia che con la crisi in atto e grazie alla vendita di gas all’Europa è diventato il paese più ricco al mondo. Il timore di Olaf Scholz è che Putin non reagisca come la razionalità economica suggerirebbe, ma rilanciando con la chiusura dei rubinetti. Siamo sicuri che sia così dal momento che oltre il 50% del suo bilancio statale dipende dalla vendita di materie prime all’Europa?

Quello che andrebbe fatto è una vera e propria operazione di convincimento rivolta ai partner europei.

Non solo. Un tetto al gas favorirebbe anche gli stessi produttori che hanno l’obiettivo di mantenere i rapporti con i propri clienti e garantire stabilità agli andamenti dei consumi.

I produttori considerano come ottimali i prezzi fissati a 30€/MWh, legati all’andamento del petrolio, ed è ovvio che siano preoccupati dello shock energetico che ha colpito l’Europa, al di là dei corposi incassi di questi mesi. Sarà difficile, a tratti impossibile, ma un tentativo per arrivare fino in fondo alla questione va assolutamente fatto.

*Il TTF (Title of Transfer Facility) è un punto di scambio virtuale per il gas naturale nei Paesi Bassi. Questo punto di scambio offre la possibilità a un certo numero di trader nei Paesi Bassi di negoziare futures, operazioni fisiche e di cambio.