Il boom di case vacanze e B&B
Negli ultimi anni, molte città in tutto il mondo si sono trovate ad affrontare il problema dei B&B che hanno preso il sopravvento sul turismo locale. Questi B&B sono spesso di proprietà o vengono gestiti da grandi proprietari che amministrano in modo professionale decine di immobili, trasformando i quartieri residenziali in zone esclusivamente turistiche.
Quello che deriva dal fenomeno degli affitti brevi è che gli abitanti delle città si sentono sempre più come ospiti nella propria città: devono convivere con i flussi continui di turisti, le difficoltà di trovare un appartamento, con i prezzi degli immobili nelle zone più popolari che aumentano in modo esponenziale, sia per la compravendita, sia per gli affitti tradizionali.
In alcune città europee si è cercato di introdurre un freno per arginare la massiccia presenza di alloggi in affitto con meccanismi di licenze o limiti al numero di notti vendibili.
In Italia, questo fenomeno non è stato mai gestito e controllato, anzi.
Soprattutto nelle città come Venezia e Firenze, si è riscontrato uno svuotamento degli abitanti e un effetto di sostituzione con i turisti.
Il tema degli affitti brevi contrappone due questioni opposte: da una parte le persone che vorrebbero una stretta, come gli studenti, alle prese con il caro affitti, i Sindaci ed infine, la classe media che non riesce a comprare. Dall’altra parte ci sono i colossi delle piattaforme digitali che hanno l’obiettivo della massima rendita.
Oltre alla rendita in realtà ci sono altri due fattori che i proprietari menzionano: quello della flessibilità, perché affittando per un breve periodo hanno comunque sempre la disponibilità della casa, e la sicurezza nel non dover incorrere in morosità di inquilini difficili da sfrattare.
In tutta Italia le case in affitto breve sulle piattaforme sono 600 mila.
Questo grande numero deriva principalmente per la convenienza. Il rendimento di un affitto turistico per chi compra o possiede un appartamento è superiore all’affitto tradizionale.
I numeri della Capitale
Nella Capitale, per esempio, si possono incassare oltre 26 mila euro l’anno per un affitto breve contro 10 mila dell’affitto tradizionale. Nei primi quattro mesi del 2023 il dipartimento Turismo di Roma Capitale ha rilasciato 1354 segnalazioni certificate di inizio attività (Scia), per alloggi uso turistico, case vacanze o ostelli. E il trend è in crescita: dalle 410 di gennaio alle 562 di aprile. I residenti chiedono più ordine, decoro e rispetto per il centro storico perché credono che la situazione sia arrivata al limite. Un turismo di massa che, di fatto, vuole inglobare la vita di chi vive nel quotidiano.