Sanzioni anche per divieto di sosta
Arriva la stretta sulle multe stradali all’estero, con l’abolizione dell’immunità per i trasgressori non residenti. Dopo un intenso negoziato tra la Presidenza del Consiglio UE e i membri del Parlamento Europeo, è stato raggiunto un accordo provvisorio sul pacchetto legislativo per la “sicurezza stradale”, che prevede una maggiore cooperazione tra gli Stati membri nell’applicazione delle sanzioni anche ai conducenti non residenti.
Le modifiche alla direttiva del 2015 sullo scambio transfrontaliero di informazioni riguardo le infrazioni stradali fanno chiarezza sia nell’ambito di applicazione, sia nel definire meglio il campo giuridico. Queste modifiche includono l’introduzione del concetto di “persona interessata” e chiarimenti sui ruoli e le responsabilità dei punti di contatto nazionali e delle autorità competenti.
Sono stati inoltre aggiunti nuovi reati alla normativa, come il mancato rispetto delle restrizioni di accesso dei veicoli (ZTL), l’attraversamento di una linea continua, il sorpasso e il parcheggio pericoloso, la guida contromano, l’uso di veicoli sovraccarichi e altri casi di infrazioni stradali.
La novità più importante
Una delle principali novità dell’accordo è l’eliminazione dell’immunità per coloro che venivano multati all’estero o circolavano con veicoli con targa straniera. Questo significa che le multe per eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza, mancato rispetto dei semafori rossi, sorpassi pericolosi e altre infrazioni saranno sanzionate senza distinzione di residenza o nazionalità.
Il Parlamento Europeo ha sottolineato che sarà attivata anche un’assistenza transfrontaliera per prevenire la guida spericolata. I veicoli in divieto di sosta saranno soggetti a sanzioni, così come coloro che entrano in zone a traffico limitato.
Questo accordo rappresenta un importante passo avanti per garantire una maggiore sicurezza stradale e una migliore applicazione delle normative a livello transfrontaliero. Ora l’accordo dovrà essere formalmente approvato da entrambe le istituzioni dell’UE per entrare in vigore.