Il difficile periodo di pandemia da Covid-19, sta cambiando drasticamente il modo di vivere delle persone e non solo.
Ci sono dei lati del Covid-19 però che, probabilmente dovrebbero farci riflettere. Secondo recenti studi, condotti in campo scientifico-sperimentale, è stato scoperto che, durante i primi mesi di lockdown, all’avvenuta chiusura forzata delle attività produttive di massa, è emerso quanto l’inquinamento dell’aria influisca sul rendimento dei pannelli solari.
Numerosi telegiornali mostravano come, sia in Italia, ma anche nel resto del mondo, quando eravamo in gran parte chiusi nelle nostre case per circa due mesi, come l’inquinamento dell’aria e l’emissione di anidride carbonica si è dimezzata, rendendo al tempo stesso l’aria pulita e quasi libera dallo smog delle città e delle fabbriche. Coloro che si occupano di energia rinnovabile, hanno potuto osservare, nelle settimane tra marzo e aprile 2020, quanto l’inquinamento dell’aria influisca sulla resa dei pannelli solari, aumentandone la capacità di trasformazione in energia anche del 40%.
Se confrontassimo infatti i risultati tra il 2017 e il 2019 la quantità di energia solare che raggiungeva i pannelli fotovoltaici era di 950 Watt per metro quadrato; nello stesso periodo tra il 2017 e il 2019, era in media di 880 Watt per metro quadro, parametri leggermente in ribasso rispetto al 2020.
La terra è il bene più importante che l’uomo ha da proteggere, e per tali ragioni bisogna tutelarla e rispettarla sotto tutti i punti di vista. Con la sconfitta del Covid-19, emergeranno nuovi scenari da cui prendere esempio, e cercare di non commettere più gli stessi errori del passato.