È chiaro ormai da tempo, il passaggio da un’economia lineare ad un’economia circolare è uno degli obiettivi principali dell’Unione Europe e dei suoi Stati membri. Per la salvaguardia dell’ambiente, della sanità pubblica e della sicurezza alimentare non c’è altra strada se non quella di abbandonare le abitudini fino a questo momento portate avanti in maniera errata.
Cosa prevede il nuovo piano d’azione europeo per un’economia circolare
È stato varato dalla Commissione europea a marzo 2020 e saranno le stesse imprese e le economie del continente ad essere al centro per raggiungere l’obiettivo della circolarità. Le politiche industriali nazionali dovranno necessariamente prevedere tutti i principi dell’economia circolare.
L’Ue non è nuova, tuttavia, all’impegno su questa tematica, ed eccone alcuni esempi:
- la direttiva sulla progettazione ecocompatibile DIR 2009/125/CE sull’efficienza energetica e la circolarità dei prodotti connessi all’energia;
- il regolamento sul marchio di qualità ecologica (ecolabel) reg 66/2010.
Ma sono due i punti fondamentali di questa strategia messa in atto dalla Commissione:
- il diritto all’informazione del consumatore: attraverso normative che assicurino, già presso il punto vendita, notizie chiare ed attendibili sulla durata di vita dei prodotti e sulla disponibilità della riparazione e dei pezzi di ricambio;
- l’istituzione di un diritto del consumatore alla riparazione del prodotto.
Oltre la nuova etichetta: ecco il diritto alla riparazione
La nuova etichetta per il risparmio energetico prevede delle grandi novità. Innanzitutto cambiano i valori, sto ai vari A+++, al via invece una scala che va da A fino a G. Ma una grande novità per i consumatori è rappresentata dal diritto alla riparazione:
- le aziende dovranno mantenere i pezzi essenziali da fornire ai riparatori professionisti per almeno 7-10 anni dall’immissione sul mercato dell’UE dell’ultima unità di un modello;
- per i consumatori che vogliono riparare da soli il prodotto, i fabbricanti dovranno mettere a disposizione per diversi anni, dopo che un prodotto è stato ritirato dal mercato, quei pezzi compatibili con riparazioni “casalinghe”.