Negli ultimi anni il numero di italiani che vivono da soli è cresciuto costantemente. Secondo gli ultimi dati Istat, tra il 2022 e il 2023 le famiglie composte da una sola persona sono aumentate, arrivando a quasi 8,9 milioni di individui. Una tendenza che riguarda single, separati e vedovi, con una distribuzione eterogenea per età e genere. Ma c’è un altro aspetto che emerge con forza: vivere da soli costa e anche parecchio.
Quanto pesa economicamente la solitudine?
Secondo una ricerca pubblicata da Moneyfarm chi sceglie (o si ritrova) a vivere da solo deve affrontare una spesa media di circa 564 euro in più al mese rispetto a chi convive. Una differenza che si fa sentire soprattutto su voci di spesa come affitto o mutuo, utenze e spesa di generi alimentari. Il motivo è semplice: dividere le spese permette di ammortizzare costi che, per chi vive da solo, rimangono interamente a proprio carico. Il canone d’affitto, ad esempio, non raddoppia in base al numero di occupanti, mentre utenze e spese domestiche incidono meno quando condivise.
Quando l’indipendenza ha un prezzo
Non sorprende che le spese per l’abitazione siano quelle che incidono maggiormente: per chi vive da solo, il costo di affitto e bollette è superiore di circa 345 euro al mese rispetto a chi convive (+65%). Anche la spesa per i generi alimentari pesa di più: acquistare quantità minori di cibo significa pagare di più al chilo, portando i single a spendere mediamente 337 euro al mese per cibo e bevande, contro i 266 euro di chi divide la spesa in due. Il costo della solitudine quindi si riflette anche sulle spese per il tempo libero. Per una cena fuori o una vacanza, una coppia riesce a ottimizzare le spese, spendendo circa 71 euro al mese a testa tra ristoranti e hotel, mentre i single arrivano a 100 euro (+41%).
Vivere in coppia quindi conviene?
Sul lungo periodo, i vantaggi economici della convivenza sono evidenti. Secondo le stime, chi inizia a vivere con un partner a 25 anni potrebbe risparmiare fino a 169.000 euro entro i 50 anni, cifra che scende a 101.500 euro per chi inizia a 35 anni e a 33.800 euro per chi si decide a 45 anni. Se poi quei 564 euro di risparmio mensile venissero investiti, il capitale accumulato potrebbe essere ancora più elevato: chi va a convivere a 25 anni potrebbe avere tra i 182.000 e i 240.000 euro a 50 anni, a seconda del tipo di investimento scelto.
Vivere da soli garantisce sì libertà e autonomia, ma comporta un peso economico non trascurabile. Per chi può e vuole condividere le spese, la convivenza rappresenta una soluzione vantaggiosa, soprattutto in tempi di incertezza economica. Anche chi sceglie di rimanere single può adottare diverse strategie per ottimizzare i propri risparmi e affrontare con più serenità il costo della vita in solitaria. Dopotutto, l’importante è trovare un equilibrio tra indipendenza e sostenibilità finanziaria, qualunque sia il proprio stile di vita.
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